l Somosa è un popolare antipasto e snack costituito da pasta fritta o al forno con un ripieno salato e speziato. può assumere forme diverse, triangolari, a cono, a mezzaluna, a seconda della regione di provenienza.
il samosa è popolare in india, in tutta l’asia centro-meridionale e intorno all’oceano indiano, nella penisola arabica, nel corno d’africa, in africa orientale (dalla somalia al mozambico), risalendo attraverso la cultura araba anche in nordafrica, in turchia, in grecia e intorno al mar nero preparazione consiste generalmente in un guscio triangolare (a volte anche semilunare o tetraedrico) di pasta di farina (maida), fritto o al forno farcito principalmente con patate cipolle piselli lenticchie formaggio carne di manzo o pollo e varie spezie locali come peperoncino o coriandolo
e dimensioni e la consistenza del ripieno variano a seconda della cultura o del paese dove la samosa viene preparata, anche se generalmente si tratta appunto di un triangolo non più grande di dieci centimetri. la samosa è spesso accompagnata con chutney di tamarindo o cagliata[senza fonte].
Etimologia la parola samosa usata nella cultura hindi può essere fatta riferire al persiano “sanbosag” che significa “pasta a forma di triangolo” in altre culture invece è palese la derivazione dalla radice della parola: sanbusak o sanbusaj (mezzaluna)
in arabo, sambosa in afghanistan, “samosa” in india e pakistan, “samboosa” in tagikistan, samsa per le nazioni a maggioranza turca, sambusa in alcune parti dell’iran e eritrea, chamuça in goa, mozambico e portogallo anche se nelle popolazioni di lingua araba si fa riferimento alla parola sambusak, nei numerosi libri di ricette arabe medioevali la pronuncia era spesso trascritta come sambusaj.
il samosa ha un’origine centroasiatica la prima menzione del samosa si trova in un testo scritto in persiano dal poeta dell’era abbaside ishaq al-mawsili. si trovano ricette di samosa nei libri di cucina araba del x-xiii secolo, sotto i nomi sanbusak, sanbusaq e sanbusaj, tutti derivati dalla parola persiana sanbosag.
in iran, il piatto fu popolare fino al xvi secolo, ma nel xx secolo la sua diffusioneera limitata ad alcune province (come le sambuse del larestan). abolfazl beyhaqi (995-1077), storico iraniano, lo ha menzionato nella sua opera tarikh-e beyhaghi. il samosa dell’asia centrale fu introdotto nel subcontinente indiano nel xiii o xiv secolo da commercianti dell’asia centrale. amir khusro (1253–1325), studioso e poeta reale del sultanato di delhi, scrisse intorno al 1300 d.c. che i principi ei nobili apprezzavano il “samosa preparato con carne, burro chiarificato, cipolla e così via”.
ibn battuta, viaggiatore ed esploratore berbero del xiv secolo, descrive un pasto alla corte di muhammad bin tughluq, dove prima del terzo piatto veniva servito il samushak o sambusak, una piccola torta ripiena di carne macinata, mandorle, pistacchi, noci e spezie.
nimatnama-i-nasiruddin-shahi, un libro di cucina indiano medievale creato per ghiyath shah, il sovrano del sultanato di malwa nell’india centrale, menziona l’arte di fare il samosa l’ain-i-akbari, un documento relativo alla gestione dell’impero moghul del xvi secolo, menziona la ricetta del qottab, di cui dice “il popolo dell’hindustan chiama sanbúsah”.
varianti regionali essendo il piatto molto diffuso in molteplici comunità vi sono molti modi di preparare la samosa. Bangladesh samosa in bangladesh i samosa sono snack popolari in banglades e si trovano sia di forma piatta (triangolare) che tridimensionali (tetraedro / piramide triangolare).
Link Utili:
La cucina indiana (भारतीय खाना) è l’espressione dell’arte culinaria sviluppata in India. Questa è nota soprattutto per il grande uso che fa di spezie, latte e latticini. Si differenzia in numerose varietà regionali, comunque riferibili a due grandi gruppi: la cucina dell’India del nord, che fa uso di carni ed è meno speziata, e quella del sud, vegetariana e più speziata.
La cucina, soprattutto nei ristoranti, viene anche classificata in cucina non vegetariana (indicata da cartelli con la scritta “non veg”), latto-ovo-vegetariana (“veg”, senza carni), e latto-vegetariana, detta quasi vegana (“pure veg”, che non fa uso di uova). Praticamente inesistente la cucina vegana propriamente detta, cioè senza neanche latte e latticini. (Wikipedia)
Condimenti
I condimenti principali sono il raita e la chatni.
Il raita (hindi रायता, rṭytṭ) è un’insalata fatta con yogurt e verdure tritate che fa da contorno ai piatti piccanti. Alcuni esempi di raita sono:
- raita di ananas: cubetti di ananas ricoperti di yogurt sbattuto con l’aggiunta di sale, semi di cumino tostati, zenzero grattato e peperoncino.
- raita di ceci: ceci cotti in casseruola con ghee, garam masala e aglio schiacciato, e ricoperti di yogurt salato e pepato.
- raita di cetriolo: frullato di cetrioli a fette, cipolle tritate, salsa di menta, sale, yogurt e acqua.
- raita di melanzana: pezzetti di melanzana lessata e schiacciata ricoperti di yogurt sbattutto a cui sono stati aggiunti sale e un trito di cipolla e peperoncini verdi.
- raita di menta: yogurt sbattuto con salsa di menta, cipolla tritata
- raita di menta e cetriolo: dadini di cetriolo ricoperti di yogurt sbattuto al quale è stato aggiunto sale, pepe e un trito di foglie di menta, foglie di coriandolo, zenzero grattugiato e peperoncini verdi.
La chutney o chatni (hindi चटनी, caṭnī, sostantivo femminile affine al verbo चाटना, cāṭnā, “leccare) è una salsa vegetale piccante e abbastanza densa, a base di frutta, spezie e ortaggi. Le chutney servono come condimento per i piatti principali, che siano a base di carne o di riso, e per le verdure: in alcuni casi durante la preparazione si tostano per alcuni minuti le spezie in modo da far loro aromatizzare gli altri ingredienti; l’aggiunta di zucchero e aceto conferisce in genere alle chutney un sapore agrodolce, ma la prevalenza degli uni o degli altri elementi fa sì che esistano chutney salate e chutney dolci. (Wikipedia)