Ultimamente mi trovo spesso a sperimentare ricette etniche, sarà il subconscio e la voglia di tornare presto a viaggiare e scoprire nuovi sapori ma senza pensarci troppo ecco che per pranzo volo in india con le Pakora di verdure al forno
passando per il libano con un’insalata di tabbouleh per poi tornare in europa, a parigi sotto la tour eiffel, per cena con una classica parmatier. la cucina è esperienza e memoria, è scoperta e sorpresa; e anche se non sono mai stata in india ogni volta che mescolo insieme curry, curcuma, coriandolo, cumino e cardamomo sento i profumi dello street food tra le strade di nuova delhi e i rumori del traffico e delle persone vociare a bombai. immagino colori e incenso, templi sacri e divinità dai nomi sconosciuti, immagino di essere lì. la cucina è tutto questo e altro ancora, per me.
ma la cucina è anche salute e quando la dott.ssa nutrizionista azzurra fini mi ha chiesto di pensare ad una ricetta ricca di magnesio per la nostra rubrica #tipsdinutrizione dedicata alla salute e al benessere della donna in ogni fase della vita ho pensato che le pakora fossero perfetti perchè la farina di ceci, con cui sono fatte queste dorate e invitanti frittelle, è ricca di magnesio come lo sono del resto tutti i legumi.
le origini della ricetta le pakora di verdure sono una tipica ricetta indiana, per la precisione dello street food. sono molto semplici e veloci da preparare e si possono usare tutte le verdure di stagione che preferite; io in questo caso ho utilizzato carote, zucchine e patate ma è possibile aggiungere anche peperoni, spinaci, cavolo rosso il tutto grattugiato o tritato con mixer e tenute insieme dalla farina di ceci.
non ci sono uova ne latticini per cui sono completamente vegetariane e vegane. la consistenza delle pakora è morbida all’interno e croccante all’esterno; possono essere fritte in abbondante olio di semi o cotte al forno per renderle più leggere.
ciò che rende le pakora uniche e speciali e il gran masala, una miscela di spezie molto usata in india – se non l’avete potete sostituirla con le spezie che vi indico nella ricetta. solitamente la pakora viene servita come antipasto, o in alternativa come snack. nel regno unito, in particolar modo in scozia, la pakora è molto popolare come snack da fast food, e si trova nei ristoranti da asporto indiani e pakistani come alternativa alle patate fritte o al kebab.
in sudafrica, nella comunità musulmana dei cape malay, la pakora è conosciuta con il nome di dhaltjies, e viene generalmente consumata come antipasto durante l’iftar (il pasto notturno durante il mese di digiuno del ramadan), oppure in occasioni particolari quali matrimoni e nascite.
negli stati più meridionali dell’india, tale piatto è conosciuto come bajji piuttosto che come pakoda. solitamente, il nome di una qualsiasi verdura utilizzata in questo tipo di snack viene seguita dalla parola bajji, che è un suffisso. in tali stati, per pakoda viene intesa una mistura di cipolle tagliate finemente, peperoncini verdi e spezie unite a farina di ceci.
tutta questa mistura viene poi arrotolata sotto forma di palline, oppure sparsa direttamente nell’olio caldo e fritta. questo piatto di nome pakoda è molto croccante all’esterno, per poi passare ad uno stadio di media sofficità all’interno. in alcuni ristoranti è possibile trovare una sua variante, la medhu pakoda, che è soffice sia all’interno che all’esterno.
Link Utili:
La cucina indiana (भारतीय खाना) è l’espressione dell’arte culinaria sviluppata in India. Questa è nota soprattutto per il grande uso che fa di spezie, latte e latticini. Si differenzia in numerose varietà regionali, comunque riferibili a due grandi gruppi: la cucina dell’India del nord, che fa uso di carni ed è meno speziata, e quella del sud, vegetariana e più speziata.
La cucina, soprattutto nei ristoranti, viene anche classificata in cucina non vegetariana (indicata da cartelli con la scritta “non veg”), latto-ovo-vegetariana (“veg”, senza carni), e latto-vegetariana, detta quasi vegana (“pure veg”, che non fa uso di uova). Praticamente inesistente la cucina vegana propriamente detta, cioè senza neanche latte e latticini. (Wikipedia)
Condimenti
I condimenti principali sono il raita e la chatni.
Il raita (hindi रायता, rṭytṭ) è un’insalata fatta con yogurt e verdure tritate che fa da contorno ai piatti piccanti. Alcuni esempi di raita sono:
- raita di ananas: cubetti di ananas ricoperti di yogurt sbattuto con l’aggiunta di sale, semi di cumino tostati, zenzero grattato e peperoncino.
- raita di ceci: ceci cotti in casseruola con ghee, garam masala e aglio schiacciato, e ricoperti di yogurt salato e pepato.
- raita di cetriolo: frullato di cetrioli a fette, cipolle tritate, salsa di menta, sale, yogurt e acqua.
- raita di melanzana: pezzetti di melanzana lessata e schiacciata ricoperti di yogurt sbattutto a cui sono stati aggiunti sale e un trito di cipolla e peperoncini verdi.
- raita di menta: yogurt sbattuto con salsa di menta, cipolla tritata
- raita di menta e cetriolo: dadini di cetriolo ricoperti di yogurt sbattuto al quale è stato aggiunto sale, pepe e un trito di foglie di menta, foglie di coriandolo, zenzero grattugiato e peperoncini verdi.
La chutney o chatni (hindi चटनी, caṭnī, sostantivo femminile affine al verbo चाटना, cāṭnā, “leccare) è una salsa vegetale piccante e abbastanza densa, a base di frutta, spezie e ortaggi. Le chutney servono come condimento per i piatti principali, che siano a base di carne o di riso, e per le verdure: in alcuni casi durante la preparazione si tostano per alcuni minuti le spezie in modo da far loro aromatizzare gli altri ingredienti; l’aggiunta di zucchero e aceto conferisce in genere alle chutney un sapore agrodolce, ma la prevalenza degli uni o degli altri elementi fa sì che esistano chutney salate e chutney dolci. (Wikipedia)